Comincia il viaggio tra le bellezze di una terra straordinaria, un mosaico di culture e di civiltà. ricca di storia e cultura, terra che ha dato i natali a importanti personaggi che hanno reso grande l'Italia nel mondo, da Marco Vipsanio Agrippa (63 a.C. -Arpino) celeberrimo condottiero al quale si deve la costruzione del Pantheon, per giungere al primo Papa ciociaro, Ormisda, nato a Frosinone alla fine del IV secolo d.C., per proseguire con Bonifacio VIII il più famoso dei Papi anagnini, dove nacque nella cittadina ciociara nel 1235. A lui si deve la proclamazione del primo Giubileo.
Comincia il viaggio tra le bellezze di una terra straordinaria, un mosaico di culture e di civiltà. ricca di storia e cultura, terra che ha dato i natali a importanti personaggi che hanno reso grande l'Italia nel mondo, da Marco Vipsanio Agrippa (63 a.C. -Arpino) celeberrimo condottiero al quale si deve la costruzione del Pantheon, per giungere al primo Papa ciociaro, Ormisda, nato a Frosinone alla fine del IV secolo d.C., per proseguire con Bonifacio VIII il più famoso dei Papi anagnini, dove nacque nella cittadina ciociara nel 1235. A lui si deve la proclamazione del primo Giubileo.
Tra le personalità più importanti della Chiesa non possiamo non citare San Tommaso D’Aquino nato a Roccasecca nel 1225, mentre tra i pensatori e i patrioti ricordiamo i più noti di una serie numerosa: Luigi Angeloni, (Frosinone 9.11.1759), Antonio Labriola (Cassino 2.7.1843), Severino Gazzelloni (Roccasecca) ed uno tra i più famosi dei musicisti italiani il grande Ennio Morricone. Non ci dilungheremo oltre, seppur con il massimo rispetto per le altre numerose personalità, ma arrivando a tempi più recenti un grande ricordo va a nomi indimenticabili come quelli di Marcello Mastroianni (Fontana Liri), Vittorio De Sica (Sora) e quel “Fusse che fusse la vorta bbona” del barista di Ceccano, superba interpretazione del grande Nino Manfredi originario di Castro dei Volsci ma celebrato poi in ogni angolo della Provincia.
La Ciociaria però è anche una terra di tradizioni enogastronomiche d’eccellenza, un territorio fortemente legato alla Cultura Rurale e soprattutto all’attività venatoria.
Ci mettiamo in marcia e una volta lasciata la Strada regionale dei Monti Lepini, attraversiamo il borgo di Giuliano di Roma, per arrivare dopo circa 6 km a Villa Santo Stefano, in Piazza Umberto I a due passi dalla Torre dedicata al re volsco Metabo, proprio all'ingresso del paese. Il Re volsco Metabo era solito cacciare in questo territorio, ed a memoria di questo è stata eretta proprio questa torre mentre le sue eroiche gesta sono raccontate nell'Eneide di Virgilio, che inoltre cita il fiume Amaseno, collocando geograficamente la mitica vicenda all'interno del territorio santostefanese:
«Ecco un giorno assalito con la caccia / Dietro, fuggendo, a l’Amasèno arriva. / Per pioggia questo fiume era cresciuto, / E rapido spumando, infino al sommo / Se ne gía de le ripe ondoso e gonfio.» (Eneide, Virgilio)
Nel 1872 Santo Stefano cambiò denominazione in Villa Santo Stefano a causa delle numerose omonimie con altri comuni e la sua economia, basata principalmente sull’agricoltura e sulla pastorizia, ha conosciuto la diaspora dell’emigrazione verso Stati Uniti, Canada ed Argentina alla fine dell'Ottocento.
Villa Santo Stefano è anche il paese della "Panarda", una zuppa di ceci cucinata in “callare” (calderoni di rame stagnato) in onore di San Rocco. Dopo la benedizione e la conseguente processione, la zuppa viene distribuita a tutti i presenti.
La tradizione della Panarda risale circa all'anno 1601 e viene celebrata la sera del 15 agosto per poi proseguire il giorno successivo, quando a mezzogiorno i ceci accompagnati dalle pagnottelle vengono benedetti per poi essere distribuiti alla popolazione.
Una volta giunti in paese conosciamo finalmente i componenti del Circolo cacciatori più importante del luogo che vanta anni di impegno per la promozione e valorizzazione del territorio ma soprattutto grande interesse per l’attività venatoria ed associativa.
Angelo Fois è il Presidente del Circolo Confavi “Leo Giuseppe e Olivieri Massimo” (così intitolato a memoria di due appassionati dirigenti, ma soprattutto grandi uomini dall’alto profilo umano che hanno dedicato tempo e passione nella promozione di tutte le attività legate al mondo venatorio e rurale).
Angelo ci accoglie con entusiasmo ma anche con un pizzico di stupore, perché in questi ultimi periodi i portavoce delle Associazioni Venatorie sono sempre più concentrati nella ricerca di maggioranze in termine di consensi assicurativi, e quindi schiavi del risultato, ma sempre meno avvezzi al confronto e dibattito, ad accogliere nuove idee e progetti, guardando quasi con ostilità la concretezza di Confavi e dell’Associazione per la Cultura Rurale, che si sta riaffermando con nuove idee e valori forti, ma soprattutto interessata a conoscere da vicino le diverse esigenze ed i tanti problemi dei territori che nel mondo venatorio del resto non mancano mai.
Conosciamo anche i restanti componenti del Circolo Confavi, persone fortemente impegnate in difesa e nella promozione della nostra grande passione venatoria: Alessio Lucarini, Rino Trapani, Luigi Lucarini, De Rocchis Francesco e De Rocchis Gianluca.
Ripercorriamo allora i momenti più importanti della storia venatoria del piccolo borgo e dalle parole del Presidente si intuisce subito la grande passione e l’attaccamento alle tradizioni rurali e venatorie che lo legano indissolubilmente ai soci del Circolo ma soprattutto al paese che è il borgo dei cacciatori per antonomasia, sia per il numero dei cacciatori che per l'abilità degli stessi (dote effettivamente riconosciuta anche dai paesi limitrofi).
Quella che nel lontano passato era il mezzo principale per il sostentamento delle famiglie (numerose e indigenti) si è trasformata, in tempi recenti, in un’attività sicuramente più consapevole ma soprattutto aderente alle esigenze di tutela e conservazione delle specie selvatiche assumendo nel contempo il ruolo principale a difesa dell'ambiente.
Angelo Fois richiama così alla memoria i nomi di coloro che hanno contribuito alla nascita del Circolo e che hanno caratterizzato i primi anni di attivismo venatorio riuscendo nell'impresa di coinvolgere tutti i cacciatori che nei primi anni '70 arrivarono a contare ben oltre 137 (un vero record in proporzione alla popolazione dell'epoca) ed attuare i primi ripopolamenti di fagiani.
Le numerose cene di piazza organizzate dai cacciatori, le entusiasmanti gare di tiro a piattello, la giornata dedicata al “microchip”, le attività di controllo ambientale sono solo una piccola parte di ciò che è stato realizzato negli anni dai tanti ed impegnatissimi dirigenti che si sono alternati alla guida dello storico Circolo che vale la pena ricordare è annoverato tra i più importanti della provincia di Frosinone.
Il Circolo Cacciatori di Villa Santo Stefano rappresenta davvero una grande realtà dalle mille potenzialità che ci rende orgogliosi di avere tutti i suoi componenti nella nostra grande famiglia CONFAVI.
Oggi il Circolo Cacciatori Confavi “Leo Giuseppe- Massimo Olivieri” è così composto:
Presidente: Angelo Fois
Vice Presidente: Lucarini Alessio
Segretario: Rino Trapani
Consigliere: Lucarini Luigi
Consigliere: De Rocchis Francesco
Revisore dei Conti: De Rocchis Gianluca
ed è raggiungibile anche sulla pagina Facebook dove è possibile rimanere sempre aggiornati sui temi di maggiore interesse venatorio del territorio comunale e provinciale.
CONFAVI, A CONCLUSIONE DEL PRIMO VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI CIRCOLI LOCALI INTENDE INNANZITUTTO RINGRAZIARE TUTTI I DIRIGENTI ED I SOCI DEL CIRCOLO DI VILLA SANTO STEFANO PER IL LORO IMPEGNO E LA DISPONIBILITÀ DIMOSTRATA ED INVITA TUTTI COLORO CHE HANNO VOGLIA DI PARTECIPARE ATTIVAMENTE ALLA VITA ASSOCIATIVA E CONTRIBUIRE ALLA PROMOZIONE DELL'ATTIVITÀ VENATORIA A CONTATTARE IL PRESIDENTE DI CIRCOLO CHE INSIEME AGLI ALTRI AMICI SAPRANNO SICURAMENTE COINVOLGERE IN ALTRE ENTUSIASMANTI INIZIATIVE!
CONFAVI, CONVIENE!!!